Il primo febbraio 2023, nell’Aula Magna II Genovesi-Da Vinci, ha avuto luogo una conferenza, dedicata alla tragica morte di uno dei capisaldi della letteratura italiana: Pier Paolo Pasolini.
In tale incontro si è svolta la presentazione del libro “Pasolini: un caso mai chiuso”, il cui autore, Avv. Stefano Maccioni, è considerato uno dei personaggi di maggior rilievo tra coloro che hanno tentato di dare una soluzione a questo caso.
Pasolini viene ucciso nella notte tra l’1 e il 2 Novembre 1975 all’idroscalo di Ostia, a circa 30 Km da Roma.
Dal 2 novembre 1975 ad oggi sono ormai trascorsi più di 47 anni, eppure la morte di Pier Paolo Pasolini rimane ancora un mistero irrisolto, un buco nella storia di quel periodo, caratterizzata su scala mondiale dall’ imperialismo economico americano e dal comunismo sovietico.
Nel 2008 l’avvocato penalista Stefano Maccioni mostra un irrefrenabile interesse nei confronti di questo cold-case: dall’inglese “caso freddo” ossia “caso irrisolto”.
Soltanto nel 2016 chiede la riapertura delle indagini di ciò che nel 1975 fu bollato come un incontro sfortunato tra due omosessuali.
Il primo depistaggio del caso, infatti, è stata l’ipotesi di una morte voluta: Pasolini facendosi uccidere avrebbe ucciso il suo ossessivo desiderio di vitalità.
Nell’italia occulta di quegli anni, che vuole mettere a tacere le sue menti migliori, questo depistaggio si afferma come verità, rendendo il caso un delitto prettamente a sfondo sessuale.
La sentenza di primo grado ha condannato a nove anni e sette mesi di carcere il diciassettenne Pino Pelosi, affermando che ai fatti avrebgero partecipato anche altre persone rimaste sconosciute.
Tale sentenza fu poi revocata in appello, laddove fu esclusa la presenza di complici.
Con il proseguire delle indagini, si è arrivati a sostenere la tesi secondo cui l’omicidio di Pasolini fosse collegato alla realizzazione del libro “Petrolio”.
Nel corso degli anni le indagini hanno dato nuove possibili interpretazioni del caso: lo scrittore sarebbe stato attirato all’Idroscalo di Ostia per recuperare le famose “pizze di Salò”, necessarie alla realizzazione del film tratto dal libro “Petrolio”, riguardante il caso ENI.
Questa tesi fu ampiamente sostenuta dal regista David Grieco e dallo scrittore Giovanni Giovannetti, i quali collaboravano con Pasolini nella realizzazione del film.
Negli ultimi quindici anni le indagini si sono avvalse di sistemi moderni, volti all’analisi dei capi indossati da Pier Paolo Pasolini quella fatidica notte.
Tali studi hanno portato alla luce la presenza del DNA di altri tre individui, oltre al DNA di Pino Pelosi, sugli abiti della vittima, andando così a confermare la presenza all’Idroscalo di altre persone, alle quali, però, ancora oggi non è stato possibile dare un nome.
L’incontro con l’autore Stefano Maccioni si è concluso con queste parole da lui pronunciate: “Tutto ciò che vedi può essere falso”, parole volte agli studenti dell’IIS Genovesi-Da Vinci come invito alla lettura di questo libro, che è un corollario di un lungo lavoro di indagini, storia, letteratura, giornalismo ed antropologia.
Francesca De Fazio
Letizia Visconti