LE MATTINATE DELLA RICERCA

a cura di Francesca De Fazio 5A – Letizia Visconti 5B

L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE

Il 30 Novembre l’Aula Magna dell’IIS Genovesi-Da Vinci ha ospitato un convegno, organizzato dalla prof.ssa Giordano, a curadi due rappresentanti dell’istituto neurologico mediterraneo Neuromed: il Professore Giovanni De Gaetano e la Prof.ssa Licia Iacoviello. L’istituto e i suoi successi si basano sui tre punti cardine di cura, ricerca e didattica. La Neuromed ogni giorno offre prestazioni sanitarie di alto livello e i suoi ricercatori si impegnano per trovare strade innovative.

LA SANITA’ E’ UGUALE PER TUTTI?

“La ricerca scientifica è il motore per il progresso dell’umanità”. Queste sono state le parole della prof.ssa Iacoviello, la quale ha illustrato grafici statistici inerenti alle disuguaglianze presenti sul territorio mondiale riguardo l’accesso ai servizi sanitari. Paesi come l’Africa hanno un tasso di mortalità infantile nettamente superiore rispetto agli Stati più sviluppati. Negli anni però la situazione non è rimasta costante: in Italia, per esempio, dal 1970 al 2000, il tasso di mortalità infantile raggiungeva quello attuale dell’Africa, mentre ad oggi si è riuscititi ad annullarla quasi completamente. Questo dimostra che attraverso la ricerca scientifica nonchè un valido sistema sanitario, la situazione può essere modificata, anche in soli 30 anni.

Un medesimo andamento è assunto dai dati riguardanti l’aspettativa di vita. A tal proposito si è potuto constatare che la disponibilità economica è un fattore fortemente significativo: anche piccole variazioni di guadagno possono causare differenze lampanti nella speranza di vita di una famiglia.

Inevitabilmente, anche la disponibilità di strumenti e operatori sanitari svolge un ruolo determinante nel decorso dei due fenomeni precedentemente citati. Basti pensare che nei Paesi Europei si ha una disponibilitàdi circa 42,5 medici ogni 10.000 abitanti, mentre in quelli Africani, se ne raggiungono a malapena 0,6 per lo stesso numero di persone.

Anche un basso livello di istruzione può causare un notevole abbassamento di aspettativa di vita, in quanto attraverso lo studio si può raggiungere una maggiore consapevolezza del proprio organismo, al fine di salvaguardarlo dall’attacco di agenti patogeni esterni.

Uno dei progetti portati avanti dalla Neuromed è il “Moli-sani”, volto alla raccolta di dati riguardanti l’intera popolazione del Molise. I risultati mostrano che nonostante si stia analizzando una regione territorialmente poco estesa e compatta, non sono trascurabili le differenze economiche e culturali tra gli abitanti, le quali, come affermato precedentemente, influiscono sul rischio ad essere colpiti da malattie. In particolar modo ci si è concentrati sull’obesità: è decisamente paradossale che in una ragione del Sud Italia, dove dunque si dovrebbe essere più propensi ad aderire alla dieta mediterranea, vi sia un elevato tasso di obesità. Il discorso riguardante la disponibilità economica della famiglie è facilmente collegabile alla possibilità di acquistare prodotti alimentari di alta qualità, dunque privi di elementi dannosi per il nostro organismo: le famiglie con un reddito pro capite più elevato tendono a rispettare maggiormente la dieta mediterranea. Addirittura, negli ultimi anni, Paesi come l’Italia tendono ad allontanarsi da questo tipo di alimentazione, ed invece Nazioni come l’America, tendono ad aderirvi.

C’ERA UNA VOLTA … L’ASPIRINA

L’aspirina è uno dei farmaci più usati al mondo: si stima che ogni anno ne vengano consumate circa 40000 tonnellate e fa parte dei farmaci considerati indispensabili dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il professore Giovanni De Gaetano ha basato la sua presentazione sulla storia di questo farmaco sulla sua importanza rispetto alla prevenzione oncologica.

Nel corso del 700 i salicilati acquisiscono grande importanza per la cura di febbre ed infiammazioni con preparazioni a base di corteccia di salice.

Nel 1882, Giulio Bizzozero scopre la presenza delle piastrine all’interno del sangue. Fino agli anni cinquanta non si nota alcun tipo di collegamento tra l’aspirina e le piastrine. All’inizio degli anni sessanta, Born analizza le modalità di aggregazione delle piastrine: nel 1967/1968 tale aggregazione si rivela essere inibita dall’assunzione di aspirina, il che rende questo farmaco potenzialmente antitrombotico.

Inoltre, qualora si dovesse verificare la presenza di cellule tumorali all’interno di un organismo, l’aspirina, bloccando l’aggregazione di piastrine, impedisce il trasporto di tali cellule.

Gli interventi del Professore De Gaetano e della professoressa Iacoviello hanno suscitato grande curiosità negli studenti presenti, i quali hanno posto diverse domande ai due luminari ed hanno ricevuto risposte chiare ed esaustive.

Ci si augura che l’IIS Genovesi – Da Vinci possa nuovamente ospitare eventi di tale importanza.